Necropoli di Anghelu Ruju

La più vasta necropoli prenuragica della Sardegna, con 38 tombe scavate nella roccia. Simbolo del profondo legame tra le comunità neolitiche e il culto dei morti.

Necropoli di Anghelu Ruju
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Necropoli di Anghelu Ruju

Comune : Alghero
Provincia : SS
Tipologia : Domus de Janas
Latitudine: 40° 37' 59.33" N
Longitudine: 8° 19' 37.03" E

Contatti

  • Cooperativa Silt
  • [email protected]
  • +393294385947
  • Sito web
  • Il sito è aperto tutti i giorni dell'anno, escluso il 25/12.
    Da Novembre a Marzo: 10:00 - 14:00
    I mesi di Aprile, Maggio e Ottobre 10:00 - 18:00
    da Giugno a Settembre: 10:00 - 19:00

  • Ufficio di Informazioni Turistiche della Città di Alghero
  • Ex Casa del Caffè (via Cagliari 2) - 07041 Alghero (SS)

  • [email protected]
  • +39079979054
  • ORARI DI APERTURA
    Dal lunedì al sabato 9.00 - 13.00 / 15.30 - 18.30 Domenica e Festivi: chiuso

Informazioni di accesso

Da Alghero si prende la SP 42 cosiddetta “strada dei due mari” in direzione Sassari-Porto Torres. Dopo averla percorsa per ca. 6 Km sulla sinistra, in corrispondenza di un ampio parcheggio, si trova l'ingresso alla necropoli.

Ubicata in un’area sub-pianeggiante delimitata a ovest dal Rio Filibertu, è costituita da trentotto sepolture: trentasette del tipo a domus de janas e la Tomba XXVI, una sepoltura a fossa. Per numero di tombe, è il più vasto complesso funerario preistorico della Sardegna settentrionale.

La necropoli fu scoperta nel 1903 durante lavori di cava e indagata prima da Taramelli (1904-1908) e poi a più riprese tra il 1936 e il 1995.

Le tombe, scavate in un affioramento di calcarenite nel Neolitico medio-recente e finale, sono state frequentemente riusate durante l’Eneolitico e il Bronzo antico. Ben attestate sono le fasi di riutilizzo durante l’età del Rame e il Bronzo antico, in particolare nei momenti finali relativi al Campaniforme e al Bonnanaro.

Gli ipogei sono distribuiti in due gruppi, separati da una fascia di circa 30 metri priva di sepolture: il primo, ubicato in corrispondenza della parte pianeggiante dell’area, è formato da sette tombe; il secondo, con trentuno, è collocato in corrispondenza della sommità e lungo la base settentrionale e orientale di una modesta collina di arenaria calcarea.

L’accesso alle sepolture, generalmente orientato a est e sud-ovest, può avvenire secondo due modalità: tramite un ingresso a pozzetto o un ingresso a dromos (corridoio), solitamente discendente e munito di gradini scolpiti all’imboccatura. Le Tombe II e XXbis presentano dromos con dimensioni monumentali, mentre in diverse tombe è possibile osservare o intuire una trasformazione del pozzetto in corridoio.

Giovanni Maria Demartis, sulla base del ritrovamento di ceramiche Ozieri in entrambi i gruppi tombali, ha ipotizzato che il passaggio dal modello più antico a quello più recente sia avvenuto durante la prima metà del IV millennio a.C. e che a essa sia da attribuire, seppur in due momenti diversi, l’escavazione di tutti gli ipogei della necropoli, tranne alcuni interventi marginali relativi ai periodi successivi.

Gli studi di Vincenzo Santoni hanno permesso di riconoscere tra i materiali rinvenuti nelle sepolture alcune ceramiche attribuibili alla cultura di San Ciriaco (Neolitico medio II), i quali permettono di anticipare alla fine del V millennio a.C. la realizzazione delle prime domus de janas.

Relativamente all’articolazione interna, tutti gli ipogei presentano sviluppi planimetrici pluricellulari, fino a undici ambienti (Tomba III). Le tombe con accesso a pozzetto, le più antiche, presentano generalmente una planimetria irregolare, assenza di anticella e celle dal profilo più sinuoso, mentre quelle con accesso a dromos hanno una planimetria più regolare, spesso a “T”, con padiglione e almeno la seconda cella a profilo rettilineo.

All’interno degli ipogei si osservano riproduzioni di elementi architettonici: colonne, pilastri, zoccoli, lesene, soffitti a una falda (Tomba XXbis) o a doppio spiovente (Tomba XXX). Questi motivi sono maggiormente concentrati nel gruppo delle tombe con ingresso a dromos. Le Tombe A, XIX, XXbis, XXVIII, XXX e C presentano motivi simbolici scolpiti quali false porte e protomi bovine.

Tomba A

Per i motivi d’arte presenti al suo interno è la più significativa della necropoli. Ubicata lungo il limite settentrionale della collina di Anghelu Ruju, la tomba presenta un dromos orientato a nord-ovest, un’anticella e un vano principale munito di due grandi nicchie laterali. Questi ambienti sono attualmente a cielo aperto.

Dall’anticella, oltre che al vano principale, è possibile accedere anche a una cella laterale nella quale si aprono altri due ambienti più interni. Il lungo dromos discendente, munito di gradino di accesso, ha pianta sub-triangolare (lunghezza 4,84 m) e conduceva al portello di accesso all’anticella attraverso un padiglione non più visibile. L’anticella, di pianta quadrangolare (lunghezza 1,84 m, larghezza 1,84 m), aveva in origine pareti ben rifinite. Sulla parete destra si apre il portello per un vano laterale; al di sopra di questo portello, munito di rincasso e finto architrave, sono scolpite, in sequenza orizzontale, quattro piccole protomi taurine munite di muso e corna; altre due protomi “naturalistiche”, di dimensioni maggiori, sono scolpite poco più a destra di questo gruppo.

All’interno della cella laterale è presente, sulla parete sinistra, un’altra coppia di protomi, di forma simile alle precedenti ma decisamente più grandi. Su questa cella si aprono altri due ambienti: quello di destra presenta, lungo le pareti, una serie di motivi geometrici costituiti da dodici riquadri in rilievo.

Dal portello ricavato sulla parete di fondo dell’anticella si accede al vano maggiore dell’ipogeo (larghezza 2,90 m; lunghezza 2,10 m); ha pianta quadrangolare, pareti rovinate e due grandi nicchie contrapposte, sopraelevate dal pavimento.

Le protomi taurine scolpite in questa tomba appartengono al Tipo II Tanda (2021), documentato in dodici tombe con cinquanta esemplari, tutte ubicate nella Sardegna nord-occidentale.

Bibliografia

  1. Demartis G.M.. 1986, La necropoli di Anghelu Ruju, Sardegna archeologica, Guide e itinerari 2.
  2. Usai L. 2023, La necropoli di Anghelu Ruju, Sardegna archeologica, Guide e itinerari 2.