Necropoli di Monte Siseri o S'Incantu
Domus de janas celebri per le raffinate decorazioni interne, simboli di un profondo culto dei defunti.

Necropoli di Monte Siseri o S'Incantu
Necropoli di Monte Siseri o S'Incantu
Contatti
Informazioni di accesso
Dalla SP12, alle porte di Putifigari, immettersi nella Strada Vicinale “Scala Mala” e percorrerla per 2,2 km fino a raggiungere uno svincolo sulla destra della carreggiata, il quale immette in una strada di penetrazione agraria.
Percorrere la strada per 2 km, quindi, oltrepassato un cancello, percorrere un ultimo tratto di 260 m fino all'area di parcheggio. Proseguire a piedi percorrendo un sentiero, segnalato da cartelli, che si snoda per circa 1 km lungo i versanti collinari. Il percorso di trekking, non difficoltoso ma segnato in alcuni punti da importanti dislivelli, va effettuato con abbigliamento comodo e attrezzato per una camminata di circa 20 minuti.
La necropoli comprende, al momento, tre ipogei escavati nel tufo rosato lungo il leggero pendio del versante settentrionale del Monte Siseri, che degrada dolcemente verso il fiume sottostante. È ubicata in un contesto paesaggistico suggestivo, formato da un ampio fondovalle inserito fra ripide colline ricoperte da macchia mediterranea dalle quali si elevano affioramenti rocciosi. Il piano roccioso nel quale sono state scavate le domus de janas è segnato da una serie di canalizzazioni realizzate per favorire lo scolo delle acque piovane; inoltre numerose coppelle scavate nella roccia testimoniano la presenza di rituali funerari praticati anche all’esterno degli ipogei.
Le tombe presentano più ambienti: un corridoio d’ingresso (dromos), un’anticella e una cella principale, sulla quale si aprono i vani secondari destinati ad accogliere le sepolture. La Tomba 2 ha un impianto planimetrico a “T” mentre la Tomba 3 ha uno sviluppo longitudinale. All’interno degli ipogei si osservano elementi decorativi e simbolici, come lesene e coppelle pavimentali. Sulla base dei dati raccolti durante scavo della Tomba 1 e dell’analisi delle strutture e delle figurazioni, la realizzazione della necropoli è attribuita all’orizzonte cronologico della cultura di Ozieri. A 600-700 m di distanza, in località S’Ena Cocciada, è stato individuato un ipogeo con all’interno figurazioni dipinte e scolpite, di minore rilevanza, presumibilmente appartenente ad un analogo orizzonte culturale e cronologico.
La Tomba di S’Incantu
La Tomba 1, conosciuta come “Tomba dell’architettura dipinta” o, per la sua bellezza, “S’Incantu”, è la più vasta e importante della necropoli nonché, per la pregevole rappresentazione di elementi magico-religiosi e di motivi architettonici al suo interno, uno degli ipogei più noti e interessanti della Preistoria della Sardegna.
Scoperta nel 1987, la tomba fu indagata nel 1989 da Demartis, che nel 1991 pubblicò i risultati degli scavi. Vennero individuati quattro strati, il più antico dei quali ha restituito materiali archeologici attribuibili alla cultura di Ozieri e alle prime fasi dell’età del Rame.
Nelle sue parti essenziali, il modulo planimetrico della tomba è a “T” (Tipo IV, Tanda 2021), dove, rispetto a un asse centrale determinato dagli ingressi, la cella principale, di pianta rettangolare, si dispone trasversalmente rispetto all’anticella quadrangolare e di dimensioni minori. La pianta è composta da un dromos, un padiglione, un’anticella, una cella principale e due celle secondarie. Il dromos, lungo 6,85 m e orientato a est, si allarga progressivamente verso l’ingresso, terminando in un padiglione decorato con rilievi a fascia in stile architettonico e dipinti di rosso. Da qui si accede all’anticella, di pianta trapezoidale, con pavimento ribassato di un metro rispetto all’ambiente precedente e dotata di un gradino semicilindrico per facilitare l’accesso al suo interno. Anche l’anticella mostra elementi architettonici in rilievo e il soffitto era originariamente decorato dalla rappresentazione di un tetto a doppio spiovente, conservatasi solo nei tratti laterali. Sulle pareti sono presenti, contrapposti, due motivi scolpiti, costituiti da una falsa porta rettangolare suddivisa in due riquadri e sormontata da un triplice motivo corniforme. Triplici motivi corniformi sono presenti anche sopra il portello di accesso alla camera principale. Tutte le decorazioni conservano tracce di ocra rossa. La camera principale (lungh. 3,20 m; largh. 5,80/6 m; alt. 2,22 m), di pianta rettangolare e munita di due pilastri, è caratterizzata da un complesso sistema decorativo. Sul soffitto è scolpita la rappresentazione di un tetto a doppio spiovente, con trave centrale e travetti trasversali: la composizione è decorata con colore nero per le parti in rilievo (trave centrale e travetti laterali) e colore rosso per le parti in negativo. Il pavimento, ribassato rispetto a quello dell’anticella, presenta al centro un focolare rituale (diametro: 1 m) formato da quattro anelli concentrici ribassati con coppella centrale. La parete di fondo è interamente occupata da un motivo complesso costituito da triplice corniforme fuso con una falsa porta centrale delimitata da un doppio rincasso. Sui lati brevi del vano si aprono due portelli decorati con cornici in rilievo, che conducono a due ambienti secondari a pianta sub-rettangolare, con pavimento diviso in due parti da un setto centrale.
Tra le imitazioni di elementi architettonici tipici dell’abitazione dei vivi si segnalano il soffitto a doppio spiovente, i pilastri e il focolare. Il soffitto caratterizzato da doppia falda, con rappresentazione della trave centrale e i travetti laterali Tipo I Tanda (2015), è presente in ventitré ipogei.
Nella tomba si osservano le tappe finali del processo evolutivo del motivo a protomi taurine, che vede il progressivo allontanamento da una rappresentazione naturalistica dell’animale verso una graduale schematizzazione e astrazione della forma. Contemporaneamente a tale evoluzione, si osserva un crescente valore dei portelli d’ingresso. Nell’anticella, la fusione delle corna con il portello d’ingresso per la cella principale rappresenta una tappa significativa: la simbolizzazione del portello che, attraverso un processo di sostituzione, si identifica con la testa della protome bovina. Da questo momento, secondo Tanda (2021), il portello sormontato da corna assume una valenza sacra e l’introduzione del defunto attraverso “l’animale divino” acquista un valore magico-rituale, iniziatico e propiziatorio. Il processo simbolico si conclude con il motivo scolpito nella parete di fondo della cella principale. Qui il portello, trasformato in falsa porta, non è più accessibile. La figura delle corna fuse con la falsa porta assume dunque un valore simbolico, dove l’accesso non è più consentito al corpo del defunto, ma solo allo spirito.
Bibliografia
- Doro L., Corraine P. 2023, La necropoli di Monte Siseri, Putifigari (SS), in G. Tanda, L. Doro, L. Usai, F. Buffoni (eds.), Arte e architettura nella Sardegna preistorica. Le domus de janas (candidatura unesco 2021), Cagliari: 74-81.