Necropoli di Su Crucifissu Mannu

Una delle necropoli più estese della Sardegna settentrionale, con domus de janas ornate da simboli legati al culto dei defunti.

Necropoli di Su Crucifissu Mannu
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Necropoli di Su Crucifissu Mannu

Comune : Porto Torres
Provincia : SS
Tipologia : Domus de Janas
Latitudine: 40° 48' 36.00" N
Longitudine: 8° 26' 40.00" E

Contatti

Informazioni di accesso

La necropoli è ubicata a pochi chilometri da Porto Torres. Per raggiungerla, da Sassari, percorrere la ex SS131 in direzione del centro abitato fino al km 124, quindi svoltare a destra per una strada sterrata. Percorsi 350 m, alla fine della strada, saranno visibili le prime tombe.

La necropoli si sviluppa su un vasto pianoro calcareo ed è situata in un’area densamente frequentata durante il periodo preistorico, che sembra gravitare attorno al centro culturale di Monte d’Accoddi, distante circa 2,2 km da Su Crucifissu Mannu. In direzione sud-sud-ovest, a circa 700 m di distanza, sono presenti le domus de janas di Li Lioni, mentre a sud-ovest si trovano, prima, gli ipogei di Marinaru (1,4 km) e poi, a quasi 2,5 km, quelle di Ponte Secco. Verso sud, a circa 2 km, è presente la necropoli di Monte d’Accoddi.

La necropoli è composta da ventidue tombe dislocate in maniera asimmetrica. Si riconoscono tre settori: meridionale, centrale e settentrionale.

La necropoli, scoperta nel 1956, venne scavata a più riprese. Le caratteristiche morfologiche degli ipogei e i materiali rinvenuti al loro interno indicano come il primo impianto della necropoli sia da collocare entro l’orizzonte della cultura Ozieri. Le tombe vennero riutilizzate durante l’Eneolitico (culture di Monte Claro e del Vaso Campaniforme) e il Bronzo antico (cultura di Bonnanaro), momento nel quale si registra l’ultimo utilizzo degli ipogei. Sono attestate tracce di frequentazione in età nuragica e romana. Infine, sul piano roccioso su cui si estende la necropoli sono presenti profondi solchi paralleli. Si tratta di carreggiate di età romana e medievale, che attestano l’ultima fase di frequentazione dell’area, non più adibita a luogo di sepoltura ma utilizzata come cava di pietra e per la viabilità della vicina città romana di Turris Libisonis.

In quasi tutte le tombe si può riconoscere un’originaria disposizione dei vani (schema cruciforme, a “T”, a sviluppo centripeto) alterata, talvolta, da interventi posteriori, evidenti nelle Tombe III e XXII.

Le tombe che mostrano una maggiore regolarità dell’impianto e nella rifinitura delle pareti si trovano nei settori meridionale e centrale della necropoli. Nel settore settentrionale gli ipogei presentano invece una disposizione delle celle anomala, spesso disordinata, con pareti poco rifinite e a profilo curvilineo nelle quali si aprono nicchie, talora di grandi dimensioni.

Il numero dei vani varia in ogni tomba, da un minimo di una cella (Tomba XVIII) a un massimo di quindici (Tomba XII), con una prevalenza di ipogei complessi e articolati.

Caratteristica comune a quasi tutti gli ipogei è il piano pavimentale della cella principale ribassato e dotato di gradino per facilitarne l’ingresso; i soffitti sono piani, tendenti allo spiovente, inclinati verso il fondo del vano. I portelli delle celle presentano quasi sempre un profondo e largo rincasso, talvolta multiplo (Tomba VIII).

Gli accessi agli ipogei sono costituiti da pozzetti verticali orientati verso i quadranti meridionali, la maggior parte dei quali rivolti a sud (Tombe II, III, X, XII, XV, XVII, XIX, XXI) e SE (Tombe I, VIII, XIII, XIV). I pozzetti immettono in un’anticella o, nelle Tombe III, IV, XVII, XIX, XX (settore settentrionale) in uno stretto corridoio di disimpegno. Nelle Tombe VIII, XII e XIII i pozzetti sono stati “allungati”, a formare dei dromoi (corridoi) dal carattere simbolico.

Per quanto concerne gli aspetti artistici, decorazioni simboliche dal significato magico-religioso sono la falsa porta della Tomba XIII (forse anche nella Tomba VI) e le protomi taurine scolpite nelle Tombe VIII (doppia, in stile rettilineo) e XXI (due protomi affiancate, in stile curvilineo). Due ipogei presentano tracce residue di colore rosso: nella Tomba IX, sopra un falso architrave della camera principale e nell’anticella della Tomba XII.

Sono presenti anche decorazioni di tipo architettonico, quali paraste, lesene e falsi architravi in rilievo (Tombe I, II, VIII, IX, XI, XII). In alcuni ipogei sono presenti anche pilastri a sezione quadrangolare (Tombe VII, IX, XVI, XX, XXII), mentre la Tomba VIII è provvista di una colonna.

La Tomba VIII

Situata nel settore meridionale della necropoli, la tomba presenta un impianto articolato, con dodici celle disposte in modo centripeto attorno alla cella principale. Si distingue per le decorazioni di tipo architettonico e il motivo corniforme Tipo XIX Tanda (2021) realizzato sopra il portello di una cella secondaria, nonché per la cura nel rifinire le pareti e gli ingressi, tutti caratterizzati da uno o più rincassi.

Alla tomba si accede tramite un pozzetto allungato, probabilmente riadattato in corridoio (dromos), SE orientato verso SE (lungh. 2,70 m, largh. 1,10/0,95 m), che conduce a una cella priva del soffitto, di pianta sub-quadrangolare (lungh. 1,60, largh. 1,90 m), con pareti laterali ingombre di pietrame e terra calcificata.

Un largo portello quadrangolare, con tracce di rincasso, permette l’accesso al vano successivo: l’anticella, di forma sub-rettangolare (lungh. 1,90 m; largh. 2,50 m; alt. residua m 1,25 m).

Dalla parete di fondo dell’anticella un altro grande portello, munito di triplice rincasso e lesene laterali, immette alla cella principale. Questa ha pianta rettangolare (lungh. 3,85 m, largh. 5 m, alt. residua 1,80 m) e come gli ambienti precedenti risulta priva di gran parte del soffitto, crollato forse a causa del passaggio, sopra l’ipogeo, della carreggiata romana. Il pavimento della cella è ribassato rispetto alla soglia, sotto la quale è stato risparmiato un gradino trapezoidale con fisionomia zoomorfa. Al centro del vano sono presenti i resti di una colonna. Sulle pareti dell’ambiente si aprono otto ingressi alle celle secondarie.

Alla prima cella, di pianta quadrangolare, si accede da un portello rincassato situato a destra dell’ingresso principale, che conduce a un secondo vano quadrangolare più interno. Anche il portello d’ingresso per questa cella è munito di rincasso, ed è arricchito da una fascia superiore in rilievo e da una lesena laterale.

Tornando alla cella principale, a sinistra dell’ingresso, un altro portello immette in un grande vano (il terzo) di pianta trapezoidale, il più ampio dell’ipogeo. Due ambienti si aprono nella parete destra della camera principale: uno, il quarto, di pianta sub-quadrangolare, obliterato da pietrame di medie dimensioni e l’altro, il quinto, di pianta trapezoidale. Ancora nella cella principale, sulla parete di fondo sono presenti tre ulteriori portelli d’accesso ad altrettante camere secondarie (celle VI, VII, VIII): si distingue il portello di destra (cella VIII), sormontato da un doppio motivo corniforme scolpito in stile rettilineo. Infine, sulla parete sinistra del vano centrale, è presente l’ingresso a un’ultima cella (XI). Sulla stessa parete si apre una piccola nicchia o una sorta di cavità naturale. Le pareti della tomba, nelle parti non degradate, si presentano ben rifinite, con superfici levigate e angoli ben marcati.

Bibliografia

  1. Doro L., Usai L. 2023, La necropoli di Su Crucifissu Mannu, Porto Torres (SS), in G. Tanda, L. Doro, L. Usai, F. Buffoni (eds.), Arte e architettura nella Sardegna preistorica. Le domus de janas (Candidatura Unesco 2021), Cagliari: 116-123.