Necropoli di Mandras o Mrandas
Tombe ipogeiche scavate nella roccia durante il Neolitico, con camere funerarie che testimoniano antichi rituali collettivi.

Necropoli di Mandras o Mrandas
Necropoli di Mandras o Mrandas
Contatti
- Comune di Ardauli
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Informazioni di accesso
Dal centro di Ardauli prendere la SP30; nell'immediata periferia del paese imboccare la strada per Funtana Lidone. Proseguire fino a un cartello che indica: Campo da Tiro. Svoltare a destra e proseguire fino a una piazzola. Continuare a piedi per un piccolo sentiero: percorrerlo per circa 300 m, fino a giungere alla parete di roccia che ospita la necropoli di Mandras.
La necropoli è inserita in un paesaggio collinare comprende tre ipogei escavati su due differenti affioramenti trachitici. Dal punto di vista geologico, gran parte l’area è occupata da rocce vulcaniche di natura ignimbritica. Dallo studio condotto sulla produttività dei suoli è emerso che la maggior parte di essi presenta caratteri favorevoli all’impianto di attività agro-pastorali. La disponibilità idrica era assicurata, oltre che da cinque sorgenti naturali, dal Rio Cannas-Canale a nord, dal Rio Ollai a ovest e dal Rio dell’Angelo a sud. Il territorio è ricco di testimonianze di età preistorica: nel raggio di pochi chilometri si trovano infatti le necropoli ipogeiche di Muruddu, di Iscala Mugheras e di Crabiosu-Istudulè con l’omonimo riparo sottoroccia. La necropoli di Mandras è stata censita per la prima volta da Mario Zaru nel 1971, ma essa è stata sempre visibile nel corso dei millenni. L’area, finora non indagata archeologicamente, ha visto di recente (novembre 2023) l’avvio di campagne di scavo da parte della Soprintendenza competente.
Alla base della parete rocciosa si apre la Tomba I; accanto è presente il tentativo di escavazione di una seconda grotticella (Tomba II). Questa, sopraelevata rispetto al piano di campagna, comprende un unico vano di ridottissime dimensioni. La Tomba III, poco più a ovest, risulta anch’essa non ultimata; all’interno della celletta, orientata verso est, si osservano solchi verticali lasciati dal picco da scavo.
La Tomba I
L’ipogeo è costituito da un breve atrio, un’anticella a, dalla cella b, al lato della quale si apre il vano c che, a sua volta, si articola in un ulteriore ambiente d. Dell’atrio residua parte del piano pavimentale; in prossimità dell’ingresso è visibile una canaletta trasversale. Attraverso un’apertura irregolare, determinata dall’abbattimento del portello, si accede all’anticella a di pianta semicircolare (1,27 x 0,86 m, alt.: 1,07 m). La parete è rettilinea all’ingresso e inclinata verso l’esterno, mentre le restanti pareti sono curvilinee. Il soffitto, concavo al centro, diviene convesso in prossimità del punto di tangenza con le pareti per la presenza di una scanalatura che, girando lungo la parete, segna l’origine del soffitto. Il pavimento, piano e uniformemente dipinto di rosso, presenta al centro una fossetta votiva. Sulla parete di fondo si apre il portello d’accesso alla cella b, che ha pianta sub-ellittica (2,22 x 1,60 m, alt.: 1,24 m); la fossetta quadrangolare contornata da un solco inciso al centro del pavimento, a sua volta anche stavolta dipinto di rosso, può essere interpretata come la semplificazione di un focolare rituale (0,17 x 0,18 m, prof: 5 cm).
Un’apertura nella parete, praticata sul lato ovest della cella b, immette nel vano c, di pianta reniforme (1,55 x 0,80, alt.: 1,15 m) con pareti curvilinee e soffitto piano. Sulla parete N del vano c si apre l’ingresso al vano d. Il portello è delimitato da un rincasso con angolo smussato. Il vano (1,07 x 0,90 m, alt.: 0,80 m) presenta pareti dal profilo curvilineo ben rifinite e volta a forno. I motivi di tipo architettonico, eseguiti con diverse tecniche, ma soprattutto a pittura, comprendono le rappresentazioni dipinte di due tipi di soffitto: conico nell’anticella su un vano circolare (Soffitto Tipo VI di Tanda 2021), a due spioventi con lati brevi absidati nella cella principale, realizzato su un piano orizzontale (Soffitto Tipo II di Tanda 2021).
Sulla parete d’ingresso e in parte su quelle laterali della cella principale, è presente un motivo dipinto “a reticolato” costituito da fasce orizzontali e verticali di colore rosso. Il disegno, ben conservato sulla parete est per tre serie sovrapposte di riquadri, prosegue al di sopra e ai lati del portello d’ingresso, con riquadri di dimensioni maggiori. Il motivo “a reticolato” riprodurrebbe, pur con le riserve del caso, l’intelaiatura delle pareti laterali della capanna preistorica costituita da pali sistemati in senso sia verticale sia orizzontale. Allo stato attuale delle ricerche, il motivo “a reticolato” - per le dimensioni eccezionali e per il fatto di essere reso tramite pittura - costituisce un unicum.
Sulla base dell’analisi degli aspetti morfologici e dei motivi decorativi, si attribuisce la Tomba I alla fase finale del Neolitico recente (cultura di Ozieri II).
Bibliografia
- Usai A., Loi C., Toreno G., Romoli E., Ciardi R. 2022, Primo intervento di restauro della domu de janas dipinta di Mandras (Ardauli - OR), Quaderni: 19-56.
- Loi C. 2023, La necropoli di Mandras, Ardauli (Nu), in G. Tanda, L. Doro, L. Usai, F. Buffoni (eds.), Arte e architettura nella Sardegna preistorica. Le domus de janas (candidatura unesco 2021), Cagliari: 218-223.