Riparo di Su Forru de is Sinzurreddus e Officine litiche di Sennixeddu
Siti di lavorazione della pietra risalenti al Neolitico, con tracce di attività artigianali e rifugi naturali.

Riparo di Su Forru de is Sinzurreddus e Officine litiche di Sennixeddu
Riparo di Su Forru de is Sinzurreddus e Officine litiche di Sennixeddu
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Visite guidate su prenotazione
Informazioni di accesso
All'altezza del km 57,6 della SS131 si imbocca la SP46 e si prosegue per circa 18 km fino ad Ales. All'uscita di quest'ultimo centro, lungo la SS442, in direzione Escovedu si prende sulla sinistra il bivio per la SP48, per la quale si giunge dopo 3,5 km al piccolo centro di Pau.
All'ingresso del paese, svoltando a sinistra, si percorre per km 3,8 la strada vicinale Pau-Tresussa che si inerpica verso la sommità del massiccio vulcanico del Monte Arci, fino a raggiungere le strutture del campeggio montano di Sennixeddu che insistono nel cuore dell'officina di lavorazione omonima.
La cavità naturale si apre a 500 m di quota sul versante NE del Monte Arci, a circa 500 m a E-NE dall’officina di lavorazione, con una superficie di circa 20 m2 e deve il suo nome alla pianta ellittica con volta regolare che richiama la forma di un forno.
Le indagini del riparo sono state condotte dall’Università di Cagliari dal 2003 e hanno consentito di attestare, per la prima volta, il rituale dell’incinerazione in Sardegna.
Lo scavo del deposito fino alla roccia naturale ha consentito di ricostruire le fasi di occupazione, la più antica ha restituito sepolture e materiali di cultura di San Ciriaco. Tra i materiali recuperati si segnalano vaghi discoidali in biotite, simili a quelli rinvenuti nella necropoli di Li Muri-Arzachena. Allo stato attuale delle conoscenze, il sito rappresenta la più antica testimonianza di una presenza umana stabile sul Monte Arci, con la scoperta di una necropoli relativa a una piccola comunità umana. Lo studio antropologico ha individuato i resti di almeno 24 individui, di cui 18 adulti (perlopiù al di sotto dei 24 anni), alcuni infanti e un feto.
Il rinvenimento di diverse concentrazioni di ossa combuste e di manufatti ha fatto pensare che i resti umani siano stati deposti all’interno di contenitori realizzati in materiale deperibile, il cui disfacimento avrebbe comportato la dispersione progressiva dei resti, amplificata dal deterioramento naturale della cavità.
Officine litiche di Sennixeddu
L’officina di Sennixeddu è la più nota e immediatamente visitabile tra le diverse aree di lavorazione preistorica dell’ossidiana preservate nel territorio di Pau, lungo il versante NE del massiccio vulcanico del Monte Arci. L’area si distende lungo i versanti di un profondo canale inciso dal torrente che ha origine a partire dalla sorgente di Sennixeddu, circa 400 m più a W, ad una quota di circa 800 m s.l.m.
È menzionata per la prima volta da Alberto La Marmora (1839), ma fu Cornelio Puxeddu, nel 1956, a riconoscere, per primo, un’attività di scheggiatura preistorica dell’ossidiana sul posto. Dal 2001 sono iniziati gli studi sistematici dell’Università di Cagliari. L’officina di lavorazione è riconoscibile per le imponenti coltri di scarti dell’attività di riduzione dell’ossidiana. Il materiale archeologico, frammisto a unità di materia prima allo stato naturale in depositi che si estendono per circa 20 m e che localmente raggiungono la potenza di un metro, è indicativo di più fasi cronologiche di attività intensive di sfruttamento del vetro vulcanico. Intorno a Sennixeddu si hanno chiare evidenze di almeno altre cinque grandi aree di lavorazione dell’ossidiana, con elementi di scarto dell’attività che rivelano una pressoché totale sincronia con essa.
Ossidiana trasformata nell’officina di Sennixeddu ha circolato per oltre un millennio nell’area tirrenica, favorendo, mediante i contatti a distanza, innovazioni e processi di cambiamento culturale delle comunità insulari. Le analisi archeometriche della provenienza dell’ossidiana consentono di ricostruire le direttrici di circolazione e individuare con grande precisione le forme di interazione culturale tra area sorgente e centri di consumo a partire dal registro archeologico.
Bibliografia
- Lugliè C. 2023, Il riparo de Su Forru de is Sinzurreddus e l'officina litica di Sennixedd, in in G. Tanda, L. Doro, L. Usai, F. Buffoni (eds.), Arte e architettura nella Sardegna preistorica. Le domus de janas (candidatura unesco 2021), Cagliari: 242-245.