Necropoli di Montessu

Una delle più estese necropoli della Sardegna, con domus de janas scavate nella roccia e decorazioni simboliche legate ai culti funerari.

Necropoli di Montessu
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Necropoli di Montessu

Comune : Villaperuccio
Provincia : SU
Tipologia : Domus de Janas
Latitudine: 39° 8' 1.00" N
Longitudine: 8° 40' 6.00" E

Contatti

  • Consorzio Sistema Culturale Sardegna
  • +3907811888258
  • Sito web
  • +393407433521
  • Visite guidate previo appuntamento con orari prestabiliti.
    Gli orari variano in base alle stagioni. Chiusura settimanale lunedì.

Informazioni di accesso

La necropoli neolitica di Montessu è situata nella Sardegna sud-occidentale, nella regione storica del Sulcis, all'interno del territorio comunale di Villaperuccio. Il monumento è raggiungibile dal paese in direzione NW. Dopo aver percorso la SP 80 per 1,5 km si svolta a sinistra e dopo circa 1 km si giunge all'ingresso del parco archeologico.

Situata nella regione storica del Sulcis, si sviluppa ai piedi del ciglio meridionale dell’altipiano di Sa Pranedda, che domina la piana del Rio Palmas. Qui, in uno scenario di suggestiva bellezza, si apre un teatro naturale dove a partire dal Neolitico recente venne realizzata, sulle pareti di affioramenti rocciosi, una delle più grandi e monumentali necropoli a domus de janas della Sardegna. Il complesso funerario è distribuito lungo i versanti di due conche naturali, la prima detta di Su Crabi e, più a monte, la seconda, di Su Cungiau de Pittanu.

Le prime indagini furono condotte, nel 1969, nella Tomba delle Spirali da Vittorio Pispisa. Le indagini archeologiche svolte negli anni hanno permesso di appurare che le fasi iniziali di escavazione e uso della necropoli sono riferibili alla cultura di Ozieri.

Gli ipogei sono distribuiti in quattro gruppi per un totale di trentacinque monumenti censiti, anche se altre tombe potrebbero essere sepolte o nascoste dalla macchia mediterranea. Il primo gruppo, situato nella parte SE della conca di Su Crabi è composto da tredici tombe (Tombe 1-13), il secondo denominato de Is Tuttoneddus comprende altre dieci piccole tombe (Tombe 14-23), il terzo è situato nella conca superiore e comprende cinque tombe (Tombe 24-28), infine un gruppo di sette tombe è situato nel settore occidentale del complesso (Tombe 29-35).

Sono attestate diversi tipi planimetrici: ipogei monocellulari o pluricellulari, con coperture piane o a semicupola, preceduti o meno da un corridoio (dromos) e accessi alla camera sepolcrale a pozzetto o a sviluppo orizzontale. I portelli di ingresso sono a luce rettangolare, raramente trapezoidale o ellissoidale, talvolta con risega scolpita per l’alloggiamento del chiusino. La necropoli è nota per gli elementi eccezionali che la caratterizzano, tra cui la presenza di tre grandi ambienti ipogei di carattere monumentale definiti “Tombe-santuario”: nel versante orientale la Tomba VII - detta Sa Grutta de is Procus - e la Tomba X; in quello occidentale la Tomba XXXIII, nota come Sa Cresiedda. Le Tombe VII e X si trovano nei due versanti opposti della conca e mostrano la stessa impostazione architettonica: un grande spazio rettangolare alto circa 2 m, definito padiglione, precede la camera interna illuminata da due ampie aperture sub-rettangolari e da un portello centrale inferiore di piccole dimensioni. Lo schema del prospetto frontale riprodotto in questi due monumenti si differenzia per la presenza di pilastri o colonne ricavate nella roccia nella Tomba-santuario XXIII e di due fosse, forse atte a ospitare dei pilastri lignei, nella Tomba VII. Al centro del pavimento del padiglione è una cavità interpretata come focolare. Da questo spazio si accede alla camera funeraria, dove sono presenti due banconi. Il carattere monumentale e la posizione sembrano riferire queste due tombe a spazi di aggregazione per lo svolgimento di rituali, in occasione di nuove deposizioni o di ricorrenze in onore di personaggi di spicco della comunità.

Le aree antistanti le tombe-santuario sono precedute da delimitazioni di file singole o doppie di monoliti infissi nel terreno a delimitare spazi quadrangolari, divisi tra loro da corridoi rettilinei. La commistione dello stile megalitico e ipogeo è attestata anche dall’uso di grandi massi sistemati nell’ingresso di varie tombe, sia a integrazione dei corridoi scavati nella roccia a formare dei passaggi dolmenici che in forma di esedre.

Si segnalano infine i motivi decorativi scolpiti e incisi nelle Tombe II, VI, VIII, XXIV, XXIX e XXXIV. Il colore rosso dell’ocra rimanda al sangue e alla rigenerazione del defunto in vista dell’incontro con la divinità, forse femminile, stante il ritrovamento nella Tomba V di una statuina di dea madre e la rara riproduzione, in negativo, della sagoma di una statuina cruciforme nelle pareti delle Tombe XXIV e VI.

La Tomba delle Spirali (II)

È un ipogeo bicellulare con corridoio d’accesso scavato nella roccia dove residua una lastra posta verticale sul lato destro, forse indizio di un corridoio strutturato di tipo dolmenico. La tomba, con volta a forno, è preceduta da una anticella. La camera sepolcrale, di pianta semicircolare, ha tre banconi funerari. Nelle pareti sono presenti motivi decorativi sia incisi che scolpiti. Sulla parete sinistra dell’anticella sono presenti motivi incisi “a denti di lupo” mentre nel vano sepolcrale le pareti sono decorate da cornici scolpite orizzontali e verticali che racchiudono una serie di elementi a festoni di semicerchi e spirali. Un motivo pettiniforme è sulla parete sinistra della cella, mentre una protome taurina in rilievo è scolpita sotto la soglia di ingresso.

La Tomba delle Corna (XXXIV)

È un piccolo vano monocellulare con ingresso a pozzetto. Vi si accede tramite un gradino scolpito nella roccia; la camera è di pianta circolare con soffitto a forno. Lungo il pavimento sono presenti basse nicchie separate da brevi codoli risparmiati nella roccia. La tomba presenta rappresentazioni artistiche legate ad aspetti magico-religiosi. I motivi decorativi sono distribuiti tra il gradino di ingresso, dove è presente una protome taurina in rilievo e le pareti del soffitto, dove sono state scolpite lunghe e sinuose rappresentazioni di corna, isolate o tra loro sovrapposte, di un tipo unico nel panorama delle decorazioni corniformi.

Bibliografia

  1. Paglietti G. 2023, La necropoli di Montessu, Villaperuccio (Su), in G. Tanda, L. Doro, L. Usai, F. Buffoni (eds.), Arte e architettura nella Sardegna preistorica. Le domus de janas (candidatura unesco 2021), Cagliari: 256-263.
  2. Paglietti G., Cicilloni R. 2023, La necropoli preistorica di Montessu, Villaperuccio, Sardegna archeologica, Guide e itinerari 67.